L’ESPERIENZA DELLE VOLONTARIE BANDO SERVIZIO REGIONALE 2019/2020

Giu 30, 2020

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ANNA

“Cosa sto facendo? L’università non mi piace, non riesco a studiare, tutti i miei amici sanno cosa vogliono dalla vita e io sono in alto mare. Non ce la farò mai”. Ecco il mantra che mi son ripetuta tante e tante volte negli ultimi anni. 

E così è stato il giorno prima di presentare domanda per servizio civile regionale. 

Era un giorno di metà luglio, nel pieno della sessione esami estiva. La celebre frase “la follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi” mi risuonava in testa, mentre ero alla ricerca di un approccio nuovo col quale affrontare le solite sfide. Ed è lì che mi è tornato in mente il consiglio -non richiesto- di mia madre di dare un’occhiata ai bandi di servizio civile per vedere se ci fosse qualcosa che facesse al caso mio. Tra i bandi, uno spiccava sugli altri perché era diversissimo da quelli che normalmente avrei considerato, un bando di servizio civile con obiettivo percorsi di autonomia e inclusione per le persone con disabilità.

Boom.

 

Ora, io con le persone con disabilità non avevo mai avuto niente a che fare, al massimo qualche incontro sfuggente in autobus. Le ho percepite intorno a me ma niente di più.

E così, è stata una decisione presa d’impulso. Sono andata nella sede indicata dal bando per farmi un’idea più precisa di ciò in cui mi stavo andando a cacciare. 

Una volta entrata nel laboratorio produttivo, sono stata catapultata in un mondo nuovo e incredibile. Sono stata accolta da un capannello di persone benevolenti che mi hanno raggiunto come fossi una persona cara tornata dopo una lunga assenza, persino chi è rimasto in disparte mi ha guardato con occhi profondi e familiari. 

Quello che però è il ricordo che conservo più gelosamente sono i sorrisi. Sorrisi che abbracciano e che rassicurano. Sorrisi che ti incoraggiano e ti dicono “vai bene così”. 

È stata un’esperienza surreale, mai avrei immaginato che mi sarei sentita così compresa. 

Tornata a casa con addosso ancora il calore di quegli sguardi, ho compilato la domanda di servizio civile regionale senza pensarci due volte.

E così è cominciato il mio percorso qui.

 

Con il passare dei mesi, al mondo ideale che mi si era prefigurato nei pochi minuti della visita di quel caldo luglio, si sono affiancate le esigenze della quotidianità e le difficoltà che inevitabilmente si incontrano quando si ha a che fare con qualcosa di nuovo. Sono entrata in un luogo caratterizzato da un equilibrio collaudato ma pur sempre delicato. 

Ed è bello, è sempre bello. 

Quell’abbraccio che mi era rimasto addosso dopo la prima visita mi avvolge ancora ogni volta che entro nel laboratorio. La dolcezza di quei sorrisi non passa e mi accoglie quando incrocio quegli sguardi a volte timidi e altre volte, ormai, diretti.

Sul finire del mio percorso nel Servizio Civile non ho tutte le risposte, non mi si è dispiegato innanzi agli occhi un programma dettagliato di cosa farò e di come ci arriverò però ho acquisito nuove competenze e ho ricevuto stimoli che mi hanno fatta crescere e ritrovare l’entusiasmo. 

Ma ciò che, dopotutto, conta di più e che mai potrò dimenticare, è che questo posto ogni giorno mi dà la possibilità di essere me stessa e al tempo stesso mi riempie inesorabilmente il cuore di pura gioia.

Post by Giulia Sudano

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